Christiane F. La mia seconda vita by Christiane F. Felscherinow

Christiane F. La mia seconda vita by Christiane F. Felscherinow

autore:Christiane F. Felscherinow [Felscherinow, Christiane F.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2014-09-25T22:00:00+00:00


7

Zigzag

Quando mi prendeva la voglia, lasciavo la Grecia e tornavo per qualche settimana in Svizzera dai Keel. Ho perfino portato in Germania con me Panagiotis. La prima volta doveva essere il 1990, l’anno della riunificazione. Lui detestava la città. Avevo cercato di fargli indossare delle scarpe adatte all’inverno berlinese, ma in tutta la vita non aveva portato che sandali, oppure era andato in giro a piedi nudi, così passava il tempo a inciampare dappertutto. Uscivamo il meno possibile, trascorrendo gran parte delle giornate sul mio soppalco, a dormire o a stordirci completamente. Quando è caduto il muro, nonostante l’appartamento non fosse molto lontano dalla frontiera con la Ddr, non siamo nemmeno andati a vedere, eh no. Mi sono detta che se la frontiera quel giorno era aperta, lo sarebbe stata senz’altro anche l’indomani.

Un anno dopo, siamo andati insieme a Zurigo e il viaggio ha quasi mandato a puttane la nostra relazione. Tutto perché ero completamente fuori di me e mi sono iniettata in una sola notte ottocento franchi di roba. Certo, l’eroina costava più cara che in Grecia, ma erano comunque mille marchi circa. Un grammo costava tra i centottanta e i duecento marchi. Non ho idea di che cosa mi avesse preso, ero eccitatissima all’idea di mostrare a Panagiotis come funzionavano le cose al Platzspitz, perché anche lui aveva l’impressione di essere continuamente perseguitato e giudicato a causa della droga. Lì ci avrebbero lasciati in pace.

E infatti non aveva mai visto una cosa simile. Abbiamo ritrovato in fretta alcune mie vecchie conoscenze e trascorso il tempo a vagabondare con loro per il parco, nonostante avessimo una bella camera in un alberghetto vicino alla stazione: ce l’aveva presa Anna.

Anna e Daniel hanno sempre vissuto nella convinzione che ogni essere umano valga qualcosa, indipendentemente dalla sua origine e dalla sua fortuna. Ma Panagiotis era comunque un giovane greco al verde con problemi di droga. Non era l’uomo con cui i Keel volevano vedermi.

Durante la giornata ci siamo comprati dell’ero purissima. Ci siamo seduti sull’erba per farci un primo buco. Io aspettavo il flash, ma non riuscivo a sballarmi perché ero troppo eccitata. Allora mi sono bucata ancora una volta. E poi un’altra, e un’altra, e un’altra ancora. A quel punto Panagiotis ha cominciato ad aver paura:

«Stop it, you’ve had enough!»

«Hey, it’s not your business, baby.»

«Di’ un po’, hai intenzione di andare avanti così ancora per molto? Vuoi farti il buco finale o cosa?»

«No, non lo so, non riesco a sballarmi.»

«Non me ne frega niente. Adesso la smetti.»

Voleva prendermi la siringa. Costringendomi ad aprire le dita, mi ha fatto male alla mano. E io sono esplosa: «Ehi, sei fuori di testa? Compratela da te, la tua roba. Sono i miei soldi, è la mia droga. Se tutto quello che ti interessa è la grana e la roba, allora sparisci. Altrimenti, lasciami in pace!».

Mi facevo dei film mentali pensando che non voleva che mi sballassi. Molti tossici si mettono insieme a persone che non assumono eroina perché altrimenti è una guerra continua. Chi



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